STILL YOUNG
Tre artisti | Tre visioni
Carlo Giardina, in arte FinnanoFenno, ha cominciato questo progetto quasi per gioco, manipolando foto amatoriali di automobili e pubblicandole su Instagram. Dopo poco tempo è stato ingaggiato da multinazionali, grandi marchi e da Sky per il programma #EPCC. FinnanoFenno ha colto in pieno le potenzialità della rete ed è riuscito a ottenere in pochi mesi oltre 42 mila seguaci all’interno della community.
Il successo sui social si è presto trasformato in opportunità professionali e collaborazioni con grandi aziende. Il suo progetto Finnycar lega fotografia, grafica e automobili ed è caratterizzato da uno stile grottesco, irriverente, colorato e appariscente.
Le sue fonti d’ispirazione sono Keith Haring e Malika Favre e David LaChapelle.
Un'isola conica che emerge dalle acque del Tirreno: la superficie di Stromboli è per lo più occupata da un vulcano in costante attività. Non c’è molto spazio per la vita umana intorno alla montagna: ci sono solo due piccoli villaggi lungo le sue pendici, esposti ai venti e ai capricci delle stagioni.
In punta di piedi, sull'isola si sente la sua strana, spericolata chimica, "una miscela di aria vulcanica e salsedine", nelle parole di Mario Cusolito, un pescatore dell'isola.
Un'antica società di pescatori e contadini, con pochi cognomi e rivalità le cui ragioni nessuno ricorda più, si fonde con una comunità di stranieri, artisti e rinnegati da ogni parte che si sono stabiliti sull'isola attratti dal vulcano o per voltare una pagina nella loro vita.
Gaia Squarci ha imparato ad amare le contraddizioni di questo luogo. Ha percepito il motivo per cui la gente del posto chiama il vulcano "Iddu", siciliano per "Lui", come un dio che non può essere nominato e un amico con cui vivi ogni giorno.
Marta ha scoperto Procida grazie ai suoi adolescenti. Prima attraverso il libro di Elsa Morante, poi con i ragazzi che abitano l’isola oggi. Ispirato da Arturo, il fanciullo-eroe dal nome di stella che vive, solo, un’esistenza selvaggia e magica in un’Italia di fine anni Trenta, il suo progetto fotografico segue un gruppo di giovani per raccontare questo delicato e tumultuoso periodo della loro crescita.
A Marta interessa osservare e capire come vivono l’adolescenza in una piccola isola di soli quattro chilometri quadrati dove si cresce più liberi che in città ma forse più protetti e soggetti a meno stimoli. Le piace entrare nelle loro vite e, accettata quasi come pari, ha conosciuto i loro angoli preferiti e ha scoperto “un piccolo punto della terra fuori dal tempo” dove i ragazzi a volte sognano anche terre lontane, ma sempre con l’idea di ritornare.